Severino Gazzelloni  "Il Flauto d'Oro"

 "E io ho soffiato, soffiato. D'improvviso dalla canna è uscito il suono, e insieme al suono anche il mio cuore che mi premeva in gola, spingeva, quasi mi soffocava, non capivo più niente. C'era solo quel suono che usciva dal flauto e contemporaneamente entrava dentro di me, s'infilava nel mio cervello, nelle ossa, nello stomaco. Quel suono era tutt'uno con me. Da allora è sempre stato così. Ogni volta che dal flauto mi escono le prime note, ritrovo l'emozione e lo stupore del mio fiato che diventa suono, io sono quel suono". 

 È stato definito dal New York Times, uno dei più prestigiosi flautisti di tutti i tempi. Per la sua bravura nel suonare fu attribuito a Gazzelloni il soprannome di “Flauto d'Oro”, flauto che effettivamente egli usava per esibirsi, circondato alla base da una veretta di diamanti, costruito a mano esclusivamente per lui da un artigiano tedesco. Nacque da un padre sarto che suonava il flauto e già a sette anni Severino faceva parte della banda del paese, ovviamente come flautista.

In seguito suonò in diverse bande di svariati luoghi e iniziò gli studi al conservatorio romano di Santa Cecilia a Roma nell'anno 1933, completando gli studi in anticipo a seguito di notevolissimi sacrifici.

Nel 1947 primo concerto al Teatro Eliseo di Roma, un recital completamente dedicato al flauto. Grazie alla vastità del repertorio, che spaziava dalla musica classica a quella leggera e popolare, e all'abilità unanimemente riconosciuta, Severino Gazzelloni arrivò presto ad avere una grandissima fama, sempre accompagnata da un attaccamento alla propria terra, contribuendo ad una vasta diffusione dello strumento sul territorio italiano.